Ci sono racconti che nascono da delle emozioni, da immagini, sguardi, pensieri. Altri che nascono dalla voglia di giocare, di divertirsi e di “canzonare”. A me piace tanto la “canzonatura”, mi permette di dire quello che vorrei senza cadere nel moralismo o nel cinismo, due limiti che attraggono molto semplicemente la scrittura e che hanno portato negli ultimi anni verso una scrittura aggressiva, privata di leggerezza e spesso anche di nobiltà.
Scrivere “Storia di un punto” mi ha divertito quanto disegnarlo e spero che abbia potuto divertire e far riflettere tutti i giovani lettori che si sono cimentati in quel puntualismo che seppure manca di puntualità, arride agli audaci come un raggio di sole in mezzo alla bufera.