Negli ultimi mesi ho scelto di non essere più presente sui veri social. Li ho sempre trovati molto competitivi ma anche dequalificanti della professionalità.
Sono nata scrittrice, ho poi lavorato in questo ambito, riconosciuta da numerosi premi vinti a livello prima locale e poi nazionale. Poi improvvisamente si è creata questa sorta di galleria internazionale dove chiunque con frasi fatte e foto improvvisate o rubate, diventa il nuovo aforista del secolo, il saggio riflesso no sense di questa società dove l’apparire capace e l’essere incapace combaciano spesso nella stessa identità.
Tutto con estrema superficialità, senza nessun impegno e con quella babelica rappresentazione dove si perde il valore e si conquista la visibilità con la tecnica del branco.
Sinceramente non mi sono mai trovata a mio agio in queste stanze – lager dove la personalità viene repressa e ricondotta verso un intrattenimento che non ha nulla di creativo.
L’arte è espressione di una ricerca, movimento, rappresentazione di parole, immagini, suoni.
Ad un certo punto mi sono vista cosi spersa nei social che non vedevo più me stessa, solo una persona che cercava di farsi vedere. Qualcosa che mi ha fatto riflettere e capire che non sempre quello che fanno tutti è utile a tutti. A volte bisogna scegliere. Io ho scelto di vivere la mia creatività liberamente, ho scelto una casa che è il mio laboratorio, uno spazio su cui riflettere e scrivere che è questo blog, un lavoro che è quello di scrivere libri, illustrare e creare.
Sono qui per trovare lettori ispirati e non per convincere lettori annoiati. E’ una differenza enorme, ora lo so.









