L’esperienza nei gruppi di lettura mi sta devastando psicologicamente. Sento in me una sorta di esaurimento in corso. Non sto esagerando. L’ansia di prestazione di avere un’opinione su cosa leggo è intensificata dal fatto che devo esprimerla in pubblico. Al di là dell’aspetto intimo con cui conduco l’esperienza di nutrire la mia mente, ho il terrore di essere divergente rispetto all’aspettativa che ripongono gli altri partecipanti nella mia esperienza di lettura. Alcuni libri li ho trovati noiosi, pretestuosi per sbandierare qualcosa ma alla fine penso sempre che un autore che ha coraggio di scrivere 800 pagine (!) un po’ di clemenza se la merita nella critica.
Gli incontri del primo tris di libri termineranno domani. Ho fatto delle considerazioni. Un lettore che aspirerebbe a diventare scrittore penso che legga molto criticamente, forse eccessivamente. Poi ci sono i lettori che non apprezzano alcuni generi che se per caso capitano nel programma sono pronti all’esecuzione. Poi ci sono i lettori che non terminano il libro perchè tanto lo dice anche Pennac!
Tutto sommato sono felice di questa esperienza ma non voglio ancora tirare le somme del ricevuto e del dato. Sono in cammino e mi gusto il panorama, respirando le parole e i pensieri, osservando la passione e la noia. Avevo bisogno di questo, Signori della Corte, ma sono innocente!

