Tag: cultura

  • Vuoi scoprire o imitare?

    Vuoi scoprire o imitare?

    I social media hanno rivoluzionato il panorama culturale globale, dando il via a un processo di esposizione continua che ha ridefinito la percezione dell’arte e della creatività. Tuttavia, invece di premiare il reale valore creativo e innovativo, questo nuovo spazio digitale è stato spesso dominato da un processo imitativo, in cui i contenuti virali e facilmente replicabili hanno ottenuto maggiore visibilità rispetto a espressioni artistiche autentiche.

    L’imitazione a scapito del talento

    Uno degli aspetti più deludenti di questa trasformazione è che il vero talento spesso risulta inespresso. Diverse sono le ragioni che portano alla celebrazione di contenuti più conformi a una deformazione culturale, a discapito di opere originali e significative. Fattori come gli algoritmi dei social, l’appeal visivo immediato e la cultura della gratificazione istantanea hanno contribuito a questa tendenza, lasciando in ombra artisti innovativi che non seguono le mode del momento.

    Un cambio di rotta: la riscoperta del valore autentico

    Tuttavia, negli ultimi mesi sembra emergere una tendenza incoraggiante. Sempre più persone stanno manifestando una preferenza per contenuti che non solo si vedono, ma che si leggono e si comprendono più profondamente. C’è un crescente desiderio di conoscere personalmente gli artisti, di apprezzare il loro lavoro in contesti locali, al di fuori della ribalta dei social media. Questo cambiamento sembra indicare un movimento verso una fruizione culturale più autentica e personale.

    Verso una cultura dell’espressione creativa

    Guardando al futuro, c’è speranza che questo trend rappresenti solo l’inizio di un più vasto allargamento orizzontale dell’esperienza culturale. La riscoperta di contenuti autentici e la valorizzazione di espressioni artistiche genuine potrebbero portare a una rinascita culturale, in cui la bellezza e la verità dell’arte riescono a “salvare il mondo”, per usare una celebre citazione.

    Questo processo di cambiamento potrebbe consentire a tutti, non solo agli artisti, di esprimersi creativamente, arricchendo la cultura e la conoscenza condivisa. C’è un ottimismo tangibile che questo riorientamento possa promuovere un panorama culturale più inclusivo e diversificato, capace di valorizzare la bellezza e la creatività in tutte le sue forme.

    In sintesi, mentre i social media hanno certamente trasformato il modo in cui interagiamo con l’arte e la cultura, c’è una nuova corrente che promuove l’apprezzamento e la celebrazione del vero talento. Questa evoluzione promette di contribuire a un futuro culturale più autentico e vibrante.

    Personalmente ho “quasi abbandonato” i social e ho aperto le porte del mio laboratorio dove incontro gli amici e mi dedico a rispondere alle email che negli ultimi tempi ho avuto il piacere di ricevere nuovamente mentre lavoro alle mie favole.

  • Un libro in vacanza

    Un libro in vacanza

    Forse, come me, quando parti per una vacanza, nella tua valigia metti più libri che vestiti perchè avendo più tempo a disposizione vuoi godere di quell’immersione nella lettura che non sempre ti puoi permettere nel tran tran quotidiano.

    L’estate è il momento ideale per concedersi qualche momento di relax e riscoprire il piacere di leggere. In questa vacanza, la Bruno Libri, la mia piccola e indipendente casa editrice self-publishing, propone un’iniziativa speciale: offrire ai lettori le spese di spedizione gratuite per tutte le pubblicazioni disponibili nel proprio catalogo. Un’opportunità imperdibile per immergersi in storie coinvolgenti senza preoccuparsi dei costi di consegna.

    Ma non è tutto: grazie a un appuntamento su prenotazione, potrai visitare il laboratorio per scoprire i processi creativi dietro ogni pubblicazione, conoscermi e sfogliare le nuove uscite. È un’occasione unica per entrare nel mondo di una piccola impresa editoriale, fatta di passione e dedizione, e di scoprire future creazioni che potrebbero diventare i nuovi compagni di viaggio nella propria estate.

    Un libro in vacanza fa bene: è un ottimo allenamento mentale e un alleato prezioso per il benessere psico-fisico. La lettura aiuta a ridurre stress, stimola l’immaginazione e mantiene attivo il cervello. In un momento in cui rilassarsi e rigenerarsi è fondamentale, dedicarsi a un buon libro può rappresentare uno dei modi più efficaci per prendersi cura di sé stessi.

    Non sottovalutiamo quindi il potere della lettura. Approfittate delle spedizioni gratuite e dell’occasione di visitare il laboratorio per vivere un’estate all’insegna della cultura e del piacere di scoprire nuove storie. Un vero e proprio viaggio tra parole, pensieri e emozioni, che arricchirà i vostri giorni di vacanza e alimenterà il vostro benessere mentale.

    Giuseppina

    visita lo shop

  • Il ruolo della politica e della PA della deculturazione territoriale

    Il ruolo della politica e della PA della deculturazione territoriale

    In questa grigia giornata autunnale, tipica di questo territorio dove la natura trionfa, ho ricevuto alcune novità riguardo le pubblicazioni di bambini di cui mi occupo da ormai quasi vent’anni e mi sono chiesta il motivo per cui si debba privare di bellezza e professionalità questo ambito. Forse i bambini sono ignoranti e non comprendono cosa è piacevole e cosa è scontato? O forse vogliamo abituarli a questo per abbassare l’asticella dell’intelligenza emotiva sempre più verso la dissociazione cognitiva?

    Negli ultimi decenni, ci troviamo di fronte a un fenomeno inquietante: la deculturazione del nostro territorio, un processo che sta erodendo i pilastri della nostra identità culturale. Non è un caso che a fomentare questo decadimento siano state, in larga parte, le scelte della politica e la gestione di diversi settori pubblici, come scuole, comuni e biblioteche. Un’analisi critica rivela come clientelismo e dequalificazione del lavoro editoriale stiano minando la nostra cultura con favori di scambio vergognosi.

    Il clientelismo, quel sistema di favoritismi e raccomandazioni che ha radici profonde nel nostro sistema politico, ha portato a una selezione di figure pubbliche che, piuttosto che promuovere il bene comune, si sono concentrate unicamente sul mantenimento del proprio potere. La nomina di dirigenti, insegnanti e responsabili di servizi pubblici avviene spesso non in base al merito, ma alla loro influenza sul bacino elettorale di riferimento. Questo approccio ha creato un ambiente stagnante, in cui proposte innovative e di valore sono soffocate dal conformismo e dall’incompetenza.

    Nelle scuole, per esempio, programmi educativi e iniziative culturali vengono spesso sacrificati per favorire attività più “popolari”, ma di scarso valore educativo. Così, gli studenti sono esposti a contenuti degradati, privi di stimoli critici e riflessivi. Ci si aspetta che accettino passivamente un’educazione mediocre, mentre il valore della cultura e della conoscenza scende a compromessi con il “piacere” di un consenso facile. Manca la visione critica a favore di un dilagante qualunquismo.

    Anche le biblioteche, un tempo fari di sapere e luoghi di incontro culturale, stanno vivendo una lenta agonia. Finanziamenti ridotti e una programmazione insipida, mirata più a attirare visitatori che a promuovere la lettura e l’educazione, hanno trasformato questi spazi in meri contenitori di libri, privi di vitalità. Progetti editoriali di scarto, nati da logiche puramente commerciali, vengono proposti al pubblico, mentre opere di valore, frutto di creatività e ricerca, faticano a trovare spazio. La cultura non dovrebbe essere un prodotto da vendere al miglior offerente, ma un patrimonio da preservare e valorizzare.

    La conseguenza di questa deculturazione è grave: ci si abitua al bello, ma nel tempo, il cattivo gusto può diventare una grave infermità a cui ci si abitua ancora più semplicemente. L’assenza di una proposta culturale di qualità ha portato il pubblico a disinteressarsi di ciò che è veramente significativo, preferendo l’intrattenimento superficiale e momentaneo. La necessità di “fare fama” ha spinto molti verso un conformismo estetico che prevale sull’originalità e sulla sostanza. In questo contesto, il degrado diventa normalità, mentre la cultura di qualità viene emarginata.

    Che prospettive abbiamo quindi? La nostra società deve confrontarsi con una verità scomoda: la politica e il settore pubblico, in nome del clientelismo e di un vantaggio a breve termine, hanno contribuito alla deculturazione del territorio. È urgente che cittadini e operatori culturali si uniscano per rivendicare il valore della cultura, chiedendo un cambiamento radicale nel modo in cui viene gestita e promossa. Solo così possiamo sperare di salvaguardare il nostro patrimonio culturale e di costruire un futuro in cui la qualità e il valore tornino a essere protagonisti indiscussi della nostra vita pubblica.

    Illustrazione articolo della copertina di Mr Pumpkin, tratta dal migliore libro che ho scritto sulle questioni politiche.