L’intima questione dell’esistere

Dopo anni di scrittura e pubblicazione ho capito che scrivere è molto più semplice che vendere un libro. Per questo scrivo (ormai da anni) in più blog perchè scarico la mia tensione narrativa. Sempre più spesso incontro persone che mi dicono che vogliono scrivere un libro e io rispondo sempre “Fallo, che problema c’è?”. Rispetto all’altro millennio, oggi, scrivere un libro e auto pubblicarsi è una sciocchezza ma il punto reale non è scrivere è l’idea che si ha dello scrivere.

I social ci hanno rovinato l’esistenza. L’ho sperimentato anche su di me, non parlo per un’amica. Il vero succo delle questioni lo ascolti sulla tua pelle. Una volta, volevo capire, ho chiesto a una signora perchè pubblicava tutto quello che faceva ogni giorno e lei mi ha risposto che i social sono come la piazzetta del paese cosi ho capito perchè li ho sempre detestati. Io non sono una da piazzetta ma da giardini, parchi, baretti. Ho una visione più intima della vita, più riflessiva. Invece le persone amano le frasi fatte, la superficie di quello che vedo e non mi interessa cosa c’è tra le righe: non è affare mio.

Sono diversi modi di vivere. Non sto giudicando: sto scegliendo.

Se guardo un tramonto infuocato o un albero colorato dall’autunno, non sento più l’esigenza di condividerlo. Lo guardo e chiudo gli occhi, per respirare quella bellezza e permettere al mio cuore di ascoltare l’emozione che mi ha trasmesso. Ho dovuto ricominciare, lo ammetto. Ora i like me li metto da sola e godo pienamente di questa libertà perchè ho ritrovato il mio potere.

Questa, per me, è l’intima questione dell’esistere.

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